Siria: tra guerra, violenze e torture
Le notizie che arrivano dalla Siria sono devastanti, anche se la ritirata e forse la sconfitta dell’Autoproclamato Stato islamico potrebbero migliorare la vita quotidiana di molti civili.
La soluzione pacifica del conflitto resta tuttavia una prospettiva lontana, mentre i colloqui di pace vacillano e il presidente Bashar Al-Assad, appoggiato dalla Russia, rifiuta di dimettersi. La guerra dunque continua. Una guerra costato la vita a quasi mezzo milione di persone, e che ha fatto milioni di sfollati all’interno e all’esterno della Siria.
Altro aspetto macabro, e meno noto di questo conflitto, è l’uso della tortura contro i civili, sia nelle prigioni governative o per mano dei ribelli. Secondo Amnesty International, circa 20.000 siriani sono morti mentre erano sotto custodia del governo e 75.000 sono stati fatti sparire dalle forze di sicurezza. Per coloro che sono sopravvissuti alla tortura e sono fuggiti, c‘è un barlume di speranza. Grazie a un meccanismo chiamato “giurisdizione universale”, le vittime della tortura siriana possono sporgere denuncia penale fuori dalla Siria, in una ventina di paesi in tutto il mondo, inclusi alcuni stati in Europa. Questo significa che un tribunale tedesco può perseguire un criminale siriano per crimini di guerra.
Il nostro giornalista di Insider Hans Von der Brelie ha incontrato alcuni sopravvissuti siriani alle torture che ora cercano giustizia in Germania.
Con Nadim Houry, esperto legale della Siria e Direttore del Dipartimento anti-terrorismo presso Human Rights Watch parleremo delle torture, dell’attuale situazione in Siria e di cosa fare per cambiare il Paese.