Renzi, dimissioni Boschi? Non esiste, giudicano gli elettori
"Un politico si fa giudicare dai cittadini quindi saranno le elezioni a giudicare se qualsiasi politico, non solo Boschi debba tornare in Parlamento. E' una discussione che non esiste". Così il segretario del Pd Matteo Renzi risponde a una domanda sulle richieste di dimissioni di Maria Elena Boschi. "Quella di Banca Etruria - dice il leader dem - è una vicenda priva di conseguenze penali. E' giusto fare chiarezza, perché chi ha sbagliato sulle banche paghi davvero. Sono profondamente innamorato di questo Paese, per cui anche quelli che lei considera potenziali difetti come il non essere oggettivo nei giudizi per me sono straordinari pregi. Ogni volta che penso all'Italia non penso alla polemicuccia che leggo sul giornale, ma all'enorme potenziale che ha nei prossimi anni. C'è grande curiosità dei cittadini sulle persone di merito - sottolinea - C'è un aspetto personale, per cui un giorno ti esaltavano e poi ti attaccano. Ma io non trovo nessuno, camminando per la strada e vivendo la vita normale, che mi domanda di me. I giornali, i media, i talk, parlano solo delle persone. Io vivo questa fase con grande libertà personale, ma utilizzando questo periodo entrando sulle proposte".
Per Renzi, "è giusto fare chiarezza, perché chi ha sbagliato sulle banche paghi davvero e mi sembra surreale che la colpa sia solo di una piccola banca di provincia. Le banche non sono il problema principale del Paese. Ma sono stati bruciati, tra il 2011 e il 2016, 44 miliardi di euro e la colpa sarà sicuramente di chi ha rubato. Ma chi ha rubato deve essere giudicato senza scorciatoie nei tribunali. Sarà anche colpa dei politici che non hanno capito in tempo e degli organi di vigilanza che non hanno vigilato, degli amministratori che non si sono accorti... Io chiedo soltanto: chi paga il conto di questi 44 miliardi? Sono stati i risparmiatori. Una politica seria deve avere il coraggio di togliere la polvere e non buttarla sotto il tappeto. Abbiamo chiesto la commissione d0inchiesta per capire chi ha sbagliato e come".
Il 12 dicembre 2014 l'allora Ad di Unicredit Federico Ghizzoni incontrò la ministra Maria Elena Boschi che gli chiese di "se era pensabile per Unicredit valutare un'acquisizione o un intervento su Etruria". Lo ha detto lo stesso Ghizzoni in audizione alla commissione di inchiesta sulle banche. Ghizzoni, ricostruendo l'incontro, lo definisce come un "colloquio cordiale", in cui "non avvertii pressioni da parte del ministro: Ci lasciammo - spiega ancora - su queste basi".
L'ex banchiere specifica che "non mi fu seccamente chiesto di acquistare Banca Etruria, l'avrei ritenuto inaccettabile. Ma di valutare un intervento in Banca Etruria nell'indipendenza di giudizi". Questo "dal punto di vista semantico" spiega Ghizzoni "fa la differenza". Una ricostruzione che viene confermata anche da Boschi che, con un tweet: "Confermo relazione iniziale di Ghizzoni - scrive l'attuale sottosegretaria alla presidenza del Consiglio - Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto io di acquisire Banca, ma Mediobanca e BPEL. Io ho solo chiesto info. Adesso la parola al Tribunale".
Ghizzoni dice ancora di aver ricevuto da Marco Carrai il 13 gennaio del 2015 una mail nella quale diceva: "Solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto nel rispetto dei ruoli di sollecitarti se possibile". All'epoca, "la mia prima reazione - riferisce Ghizzoni - fu di chiedermi chi lo aveva sollecitato e decisi di non richiedere nessun chiarimento. Non volevo aprire altri canali di comunicazione". In seguito, Ghizzoni rispose "ok ti confermo che stiamo lavorando e contatteremo i vertici di Etruria".
"Si trattava - spiega poi Carrai - di questione tecnica, niente di più. Ero interessato, 'nel rispetto dei ruoli' come ho scritto non a caso nell'email, a capire gli intendimenti di Unicredit riguardo Banca Etruria perché un mio cliente stava verificando il dossier di Banca Federico Del Vecchio, storico istituto fiorentino di proprietà di Etruria. Tutto assolutamente trasparente, tutto assolutamente legittimo".
Nell'incontro, a cui Ghizzoni partecipò da solo, la ministra Boschi "mi manifestò preoccupazione non tanto per le banche toscane in crisi, Mps e Etruria, ma la preoccupazione per cosa questo avrebbe comportato in termini negativi sul territorio toscano in particolare. E una preoccupazione sulla riduzione dell'offerta di credito per famiglie e imprese". Ghizzoni precisa quindi di aver fatto presente che "condividevo l'aspetto nel breve dell'impatto negativo ma pensavo che le banche sane avrebbero preso le posizioni abbandonate da quelle in difficoltà. Alla fine Boschi mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un'acquisizione o un intervento su Etruria stressando di nuovo gli effetti della crisi" sulla Toscana. "Le risposi che per le richieste di questo genere non ero in grado di dare risposta positiva e negativa", le dissi che avrebbe valutato la banca e "avremmo dato una risposta in totale autonomia e indipendenza".
"Anche nel caso dell'email del 13 gennaio 2015, il presunto mistero è presto rivelato: si trattava di questione tecnica, niente di più. Ero interessato, "nel rispetto dei ruoli" come ho scritto non a caso nell'email, a capire gli intendimenti di Unicredit riguardo Banca Etruria perché un mio cliente stava verificando il dossier di Banca Federico Del Vecchio, storico istituto fiorentino di proprietà di Etruria", afferma ancora Carrai. "Tutto assolutamente trasparente, tutto assolutamente legittimo".
M5s, Lega e Sinistra all'attacco. Pd fa quadrato. La sottosegretaria, intanto, tiene il punto. "Dopo le audizioni di Vegas, Visco e Ghizzoni, tutti confermano che non c'è stata nessuna pressione. E viene integralmente confermato il mio discorso in Parlamento del dicembre 2015. So che a larga parte delle opposizioni non interessa fare chiarezza sulle banche ma solo attaccarmi. Ma la verità è più forte di qualsiasi gioco mediatico e speculazione politica. Adesso mi rimetto al lavoro, buona giornata a tutti".
"Per me le parole di Ghizzoni - scrive ancora La Boschi - sono molto preziose per la causa civile nei confronti del dottor De Bortoli. Che gode della solidarietà professionale di molti colleghi giornalisti ma per lanciare il suo libro ha raccontato il fatto in modo volutamente distorto". "Per me conta solo la verità. E non vedo l'ora che venga sancita da un Tribunale della Repubblica", aggiunge.