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Fake News, Adenauer: il vero pericolo è la disinformazione


"Non solo propaganda ma un vero pericolo nel dibattito politico". Così il Direttore del 'Media Program South East Europe' della Fondazione Konrad Adenauer, Christian Spahr, definisce le fake news in una intervista all' ANSA al termine della conferenza internazionale di due giorni Seemf (South East Europe Media Forum) "Public discourse in Europe: Can media help to save democracy?", organizzata da South East Europe Media Organisation (SEEMO; Vienna), la Adenauer (Berlino) e Iniziativa Centro europea (Ince; Trieste). Al Seemf hanno partecipato giornalisti ed editori di una ventina di Paesi discutendo del ruolo dei media in un contesto fatto di fake news, populismi, budget ridotti e rivoluzione digitale. Crede che dovremmo tutti essere più attenti alle conseguenze delle fake news? "Sì perché non è questione di fraintendimenti nel dibattito politico o accuse che un politico può rivolgere a un altro per avviare un dibattito o una polemica; questo fenomeno è un vero pericolo nel dibattito politico, per questo ritengo sia utile parlare di disinformazione, termine più scientifico. E possiamo farlo con l'obiettivo di descrivere cosa sta accadendo - spiega Christian Spahr - Dunque, non solo propaganda, perché la propaganda è sempre esistita nella storia dei media, ma qualcosa che va oltre: presentare informazioni false spacciate per vere, diffondere sistematicamente false informazioni in internet, con l'aiuto dei social media. E' qualcosa con cui ci stiamo confrontando da un paio di anni". Qual è la reazione dei cittadini alla diffusione di fake news? "Dobbiamo trovare risposte perché il rischio non è o non è solo il fatto che la gente ci creda, ma che tenda a non credere in niente più. Davanti a una grande produzione di fake, il rischio è che non si creda più nemmeno ai media professionali e di buon livello. Le fake news deteriorano il dibattito politico, giornalisti e politici hanno la responsabilità di fare qualcosa per combatterle". In che modo i giornalisti possono evitare la diffusione o ridurre le conseguenze delle fake? "Due aspetti sono importanti. Innanzitutto il fatto che i giornalisti mantengano alti standard professionali, ascoltando sempre differenti opinioni su un evento, controllando i fatti e, nel mondo di internet dove la velocità è molto importante, tenendo conto della qualità, che è ancora più importante se vuoi essere credibile. Essi combinano velocità a qualità non accontentandosi di riportare affermazioni di altri, ma controllando i fatti. E' molto difficile nell'era digitale ma molto importante. Il secondo punto è il giornalismo d'inchiesta, che è il miglior strumento per smascherare e svelare fake news. Il giornalismo d'inchiesta dovrebbe lavorare con le piattaforme del social media come facebook, e con la politica. Al momento l'UE e suoi stati membri, NATO e altre organizzazioni internazionali, lavorando a questo fenomeno, analizzandolo e spiegandone le modalità di funzionamento. Se le comunità politica e dei media lavoreranno insieme, potranno raggiungere risultati migliori che non operando singolarmente". Quale è stato il ruolo delle fake news nelle recenti elezioni politiche in Germania? "C'è stata la diffusione di fake news mirate, per esempio, alla minoranza di lingua russa in Germania; altre sono state dirette ad altri gruppi della società, anche in considerazione del fenomeno migratorio. Non credo, però, che abbiano influenzato le elezioni: Sicuramente hanno condizionato alcuni gruppi di persone, ma non il risultato finale. Dobbiamo riflettere attentamente sul fenomeno se vogliamo mantenere un discorso sano nella democrazia parlamentare".


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